Sabun

15,00


«Come nelle opere di Susan Abulhawa, la vita quotidiana dei palestinesi, costretti a vivere sotto la crudele occupazione israeliana, segue uno schema comune a tutte le comunità del mondo: il lavoro, gli amori tra giovani, le difficoltà economiche, l’emigrazione verso l’occidente alla ricerca di progetti di vita degni di questo nome, i conflitti generazionali. La cornice nella quale questa quotidianità assume un andamento epico, e unifica una comunità che s’identifica nel dolore e nell’ingiustizia, è il tallone di ferro dell’occupazione militare israeliana (…) Diversamente da tanti romanzi che lasciano ben poco alla coscienza dei lettori, questa prima opera di Alae Al Said ha il merito di farci partecipare alle vicissitudini reali dei suoi protagonisti e di accompagnarci alla comprensione storica e politica della tragedia di un intero popolo che non intravede ancora una soluzione.» (Dalla prefazione di Diego Siragusa)

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«Come nelle opere di Susan Abulhawa, la vita quotidiana dei palestinesi, costretti a vivere sotto la crudele occupazione israeliana, segue uno schema comune a tutte le comunità del mondo: il lavoro, gli amori tra giovani, le difficoltà economiche, l’emigrazione verso l’occidente alla ricerca di progetti di vita degni di questo nome, i conflitti generazionali. La cornice nella quale questa quotidianità assume un andamento epico, e unifica una comunità che s’identifica nel dolore e nell’ingiustizia, è il tallone di ferro dell’occupazione militare israeliana (…) Diversamente da tanti romanzi che lasciano ben poco alla coscienza dei lettori, questa prima opera di Alae Al Said ha il merito di farci partecipare alle vicissitudini reali dei suoi protagonisti e di accompagnarci alla comprensione storica e politica della tragedia di un intero popolo che non intravede ancora una soluzione.» (Dalla prefazione di Diego Siragusa)